Le tappe della nostra rivoluzione calcistico-proletaria

Le tappe della nostra rivoluzione calcistico-proletaria

sabato 11 giugno 2016

DALLA PANCHINA: La Lokomotiv non muore mai


Ne abbiamo prese parecchie di mazzate in questo torneo, ma siamo sempre usciti a testa alta. Anche questa volta, anche dopo una partita cattiva e selvaggia. Sì, vi sto raccontando l’ennesima sconfitta della Lokomotiv Ruggierov in questa edizione della Sapienza Cup.

I lettori più attenti avranno notato che a differenza dei miei colleghi, non ho parlato di ultima sconfitta e c’è un perché… Questa mattina, infatti, mi sono svegliato con la notizia relativa alla dipartita degli Scapigliati contro Banda 2.0. Un risultato che ci permette di mantenere il sesto posto e partecipare così a un mini triangolare con le seste degli altri gironi prima di poter accedere ai sedicesimi di finale. Un risultato insperato per noi, che fino a poche ore fa credevamo di essere definitivamente fuori dai giochi.

Fin qui, il nostro è stato un cammino duro, sfortunato e povero di gioie. Tuttavia tra una sconfitta e l’altra, siamo riusciti a collezionare un paio di vittorie (festeggiate come dopo la conquista di uno Scudetto) e tante buone prestazioni. Abbiamo sofferto, abbiamo fatto figuracce (11-1 contro New Fenice), abbiamo buttato punti al vento (penso al 3-2 inflittoci all’ultimo minuto dagli Orfanelli), abbiamo perso giocatori (il povero Giancarlo che ci ha rimesso un occhio), ma alla fine siamo riusciti comunque a divertirci. La vera forza di questa squadra, come avevo affermato nel mio primo contributo, è stata il gruppo. Un grande gruppo che non è costituito solo dai dieci giocatori che scendono in campo, ma anche da una dirigenza, un Presidente e una calorosa carovana di tifosi sempre presenti. Un gruppo che ci ha permesso di riappropriarci del sorriso e di fare sempre “pensieri felici” anche dopo i momenti dolorosi citati in precedenza.

Possiamo ritenerci soddisfatti del nostro percorso, perché nonostante tutto e nonostante una qualificazione che fino a ieri credevamo definitivamente compromessa, abbiamo vissuto una progressiva ed entusiasmante crescita. Siamo passati da una clamorosa vittoria per 8-1 a una sconfitta per 5-3, intervallate da altre sei sconfitte e solo un’altra vittoria, ma siamo comunque cresciuti, partita dopo partita, sconfitta dopo sconfitta. Soffrendo, ci siamo uniti, siamo diventati più forti, siamo quasi diventati una vera squadra.

Ora, non ci resta che incrociare le dita e sperare di percorrere una strada meno tortuosa rispetto a quella affrontata fin qui. Ma comunque vada, noi continueremo a guardare al nostro futuro, un futuro ancora tinto del colore rosso della Lokomotiv. Perché questa squadra, presa coscienza dei propri limiti, è già pronta a gettarsi in nuove avventure e continuare a scrivere la storia. Cari amici, la nostra lokomotiva è ancora in moto ed è pronta a ritornare in campo...

Stay Tuned.

Nino Lanza

venerdì 10 giugno 2016

DAGLI SPALTI: La cerimonia è finita ma il banchetto continua


Foto tratta dalla pagina Facebook "Sapienza Cup"  
E così anche l’ultima partita si è consumata all’insegna dell’imprevedibilità e del solito spirito goliardico, caratteristiche che da sempre hanno distinto la Lokomotiv dalle altre squadre in corsa nel torneo Sapienza Cup. Non ho più nulla da ridire sulle azioni delle furie rosse, si sa, il loro carattere ad intermittenza ha tinto di sfumature calde questo girone durato ben otto partite. Abbiamo fallito nel nostro impegno a voler vincere la Sapienza Cup, ma abbiamo guadagnato giorni, minuti, ore spese insieme a infondere l’un l’altro la carica giusta per iniziare un nuovo match. Per non parlare dei momenti post-partita, a partire dai visi imbronciati provocati dalla delusione di una sconfitta (varie ed eventuali), concludendo con il nostro solito viaggio, rigorosamente insieme, verso un posto accogliente in cui mangiar qualcosa e poter scambiare due chiacchiere.

Questo torneo non ha avuto solo il sapore del campetto bagnato, del sole dritto in faccia che impediva ai nostri di siglare il goal decisivo, dei nervosismi durante ogni partita, o ancora del risultato finale che raccontava chi aveva vinto e chi aveva perso. No, questi piccoli bocconi - a volte amari - sono stati l’antipasto durante un lungo, lunghissimo pranzo tra Amici. Avete presente i riti conviviali di una comunione? Questa è la storia di pranzi infiniti che per principio durano tutta la giornata. Le otto partite sono assomigliate ad una giornata, senza fine, di attese - perché durante il festeggiamento di una comunione si ricordano le lunghe attese tra un piatto e un altro - e di sorrisi felici per il solo gusto di esserci, essere lì... tutti insieme.

Abbiamo imparato a conoscerci di più, ad amare o fare finta di amare i difetti di ognuno. Abbiamo trovato in un abbraccio la forza di rifarci "ogni partita successiva". Abbiamo trovato un presidente... e che presidente: l’immenso Christian Ruggiero che sedeva sugli spalti insieme ai tifosi, ma non esultava come loro. Alla fine di ogni partita, ricordo, il suo "silenzio assordante". Quel non proferire parola alcuna racchiudeva un messaggio segreto ma chiaro; era lì con noi, e questo bastava a farci sentire, almeno minimamente, parte di lui. Che onore essere stati affiancati da Ruggiero in questa lunghissima tavolata, che onore essere stati amati e sostenuti in maniera incondizionata da “tifosi” che a denominarli banalmente così si finirebbe per sminuire il loro ruolo fondamentale. Che onore.

Mi sento una privilegiata, ragazzi. In questo mondo fatto di brani e frammenti, mi sono sentita parte di qualcosa. 
È stata la cerimonia più interessante e sentita di tutte. Anche se doveva finire prima o poi, il banchetto lungo un'intera vita è iniziato proprio adesso, in questa confusione alla ricerca di chi vogliamo diventare ma soprattutto di chi vogliamo essere. Buona continuazione a tutti ma soprattutto un augurio particolare ai miei compagni, amanti del convivio appena concluso. Che il banchetto continui...
Alla prossima comunione e intanto continuiamo a #farepensierifelici

Roberta Raneri

giovedì 9 giugno 2016

LokomoTime: Marco Bea parla della Lokomotiv a Post-It Sport

Dopo un giovedì di stop forzato, ritornano Post-It Sport e la rubrica #LokomoTime, dedicata alla nostra cara Lokomotiv Ruggierov. Oggi l'ospite del numero 8 Valerio Giordano e di Marzia Diana è stato il mitico Marcobbèa, esterno della squadra guidata da Nino Lanza. Il nostro mastino si è soffermato non solo sull'ultima sconfitta rifilata dai nostri beniamini, ma anche su tutta l'esperienza della Sapienza Cup. Un intervento carico di ironia che vi farà fare risate e pensieri felici, come al solito. Godetevi il video!



LE PAGELLE DEL MISTER: Perdiamo in campo, vinciamo sugli spalti


Ultimissimo appuntamento con le pagelle. Un peccato dover chiudere questa bella esperienza con un’altra sconfitta, che non mi permette di esagerare con i voti. Ad esclusione del voto attribuito ai nostri magici tifosi: loro sì che vincono sempre.

Gaoni – Voto 6,5: Partita dopo partita, il portiere acquistato nel mercato di riparazione ci ha dato sempre più sicurezze, tuttavia questo non gli ha permesso di ottenere almeno una gioia. Sui primi due gol viene tradito dalla difesa, incolpevole sul terzo e sul quattro, ma si assume piene responsabilità sull’ultimo. Il mezzo voto in più è per l’assist in perfetto stile da “lanciatore di giavellotti” per il gol del momentaneo pareggio. MAI ‘NA GIOIA

Boni – Voto 6,5: Un autogol che sblocca le marcature e una deviazione decisiva anche sulla loro seconda rete. Eppure il suo voto è comunque superiore alla sufficienza, per via di una partita giocata con la solita aggressività nonostante i problemi alla caviglia che ne hanno messo in dubbio la titolarità. HIGHLANDER

Longo – Voto 6: Come i compagni viene messo a dura prova dagli avversari, ma questo non gli impedisce di fare il suo: facendo valere la superiorità fisica, con tackle precisi e falli ben spesi. AFFIDABILE

Bea – Voto 6,5: Partita opaca sul versante offensivo, ma memorabile sul piano della grinta per via di una serie di scivolate ignoranti che intimoriscono gli avversari. Mezzo voto in più solo perché tra poco è ospite in Radio e leggeranno le pagelle in diretta planetaria. RACCOMANDATO

Pracucci – Voto 6: “Come sarebbe finita la partita con Pracucci presente dall’inizio?” si è chiesto il nostro Nicola Cuna/Federico Buffa. Purtroppo non lo scopriremo mai. Gioele, infatti, arriva in ritardo al campo, ma offre comunque una prestazione grintosa che gli vale la sufficienza. TRENITALIA

Cuna – Voto 7: Corre, dribbla e fa innervosire gli avversari, che lo stendono a più riprese. Nel primo tempo spreca un paio di buone occasioni, ma si rifà nel secondo, quando, senza il capitano in campo, rappresenta l’unica arma offensiva della Lokomotiv. Segna il gol che accorcia le distanze nel finale e con grande bon ton esulta in faccia agli avversari, quasi a voler dire: “Perderemo, però vi ho purgato”. Altro che Cacia... PABLO DANIEL OSVALDO

Giordano – Voto 6: Ricordate la canzone “Uno di quei giorni” di J-Ax* e Nina Zilli, che ci ha fracassato i timpani un annetto fa? Raccontava con la metafora della nuvola fantozziana una giornata storta, proprio come quella capitata lunedì scorso al nostro numero 8. Dopo due minuti di partita si becca un dito in un occhio e perde una lente a contatto; ritorna in campo e per poco non viene decapitato dalla folle uscita del portiere avversario. Non riesce a fare la differenza e l’unica nota positiva della sua partita è l’assist per il gol di Cuna. FANTOZZI

Pompili – Voto 7: Nonostante sia piccolo di statura, continua a caricarsi sulle spalle il peso di tutta la squadra. Quando la partita sembrava già compromessa, la rimette in piedi con una clamorosa doppietta che gli fa chiudere il torneo a quota 9 gol. Nella ripresa, fa un complimento di troppo alla gestione del direttore di gara e viene espulso, chiudendo in anticipo la sua partita. TORO LOCO

Raneri – Voto 7: L’unica nostra consolazione nell’immediato post partita è sempre quella di leggere la sua diretta su Twitter per ritrovare il sorriso. Tra gaffe, dialettismi e nuovi significati attribuiti al termine “supernova” (vedi live tweeting), lei non smette mai di farci divertire.  EPICA

La camicia di Roberta Raneri – Voto 3: Sì, merita un voto a parte. “Era di mia mamma”, e si vede Roby… La nostra Social Media Manager si fa notare sempre per uno stile frizzante, ma elegante. Questa volta però ha voluto esagerare con il vintage. BEVERLY HILLS 90210



Tifosi – Voto 10: Come al solito sono loro i migliori “in campo”. Gli aggettivi per descriverli li ho già esauriti tempo fa, ora non posso far altro che continuare a lodare la loro passione e il loro amore incondizionato nonostante le poche gioie che gli abbiamo regalato. INIMITABILI

*Spero che il buon Valerio non mi toglierà l’amicizia su Facebook dopo aver citato il suo ex idolo, che tra l’altro lui stesso ha inserito (nella versione Articolo 31) nel post pubblicato ieri. PS: Marzia sfottilo pure…


Nino Lanza

mercoledì 8 giugno 2016

DAL CAMPO: La vita non è un film



Come avranno notato i fan dei cari, vecchi Articolo 31, il titolo di questo post è un omaggio alla quasi omonima canzone del “defunto” gruppo milanese. Il senso di questa citazione sta tutto in due versi del brano: “Non c’è il lieto fine / e poi il buono perde”. Due versi semplici, ma perfetti per la partita contro Banda 2.0 e per la nostra Sapienza Cup in toto, visti i tanti punti persi per strada a causa di partite senza happy ending. Ma, come cantava J-Ax quasi quindici anni or sono, quando ancora godeva di una dignità artistica (e non), "la vita non è un film".

5-3 per loro. È andata così. Non abbiamo nulla da recriminare, se non la solita incapacità di tradurre in atto ciò che potenzialmente sarebbe nelle nostre corde. Sul 2-2, prima, e sul 3-4, poi, abbiamo giocato bene, dando la sterile impressione di potercela fare. Un’altra volta. Probabilmente c’è carenza di concretezza nel nostro “disegno divino” e pazienza se verrebbe voglia di “strappare il foglio”. Piuttosto ce ne facciamo una ragione, nonostante l'amarezza e la delusione.

La sconfitta e il non passaggio del turno, infatti, bruciano e bruceranno. A freddo, però, il pensiero più forte è quello che riconduce alla gioia di aver fatto parte di questo gruppo, di aver vissuto quest’esperienza e di aver raccontato le nostre (dis)avventure. Questo blog, come la nostra squadra, vive di goliardia, si alimenta di ironia e autoironia. È stato tutto molto divertente, nonostante le sconfitte e il "pubblico ludibrio". La Lokomotiv non solo esce a testa alta, ma esce col sorrisone stampato sulle labbra, perché in questi casi “sorridere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Lo facciamo noi, lo fate voi e del resto ce ne dimenticheremo. 

Sempre e solo pensieri felici.

Sipario.


Valerio Giordano

martedì 7 giugno 2016

DAL CAMPO: Nicola Cuna racconta: La (pseudo) favola di Gioele Pracucci


ISTRUZIONI PER LA LETTURA: è “obbligatoriamente consigliata” la lettura del pezzo scimmiottando la voce di Federico Buffa. Ergo se non sapete chi sia, cercatelo su Wikipedia, guardate un suo video e poi ritornate sul pezzo. Non è una sua imitazione ma un tributo al suo storytelling.

Era una giornata calda, afosa. Una di quelle giornate di inizio Giugno in cui si hanno gli impegni invernali, i vestiti primaverili, l’umore autunnale ed il clima estivo. In questo contesto stava per avverarsi la favola di Gioele Pracucci, da tutti conosciuto come “Er Piadina”.

Gioele è originario di Cesena, ma ormai vive in pianta stabile a Roma perché la sua professione lo richiede. L’ingaggio percepito dalla Lokomotiv Ruggierov è importante quindi si trasferisce nella Capitale per dedicarsi anima e cuore a questo progetto, scegliendo di ottimizzare i tempi morti frequentando l’università, ma questa ragazzi, questa è un’altra storia. Dicevamo di una giornata di Giugno calda. In particolare era il 6 Giugno 2016, data da non dimenticare. Un impellente urgenza familiare condiziona l’organizzazione quotidiana di Pracucci. Era il secondo compleanno del cane di sua zia e lui, molto legato alla famiglia, non poteva assolutamente mancare. Poi si sa, quando entra in gioco la famiglia, tutto il resto viene dopo. Anche la Lokomotiv.

Il nostro Gioele, in preda alla disperazione per la paura di non fare in tempo a dare per primo gli auguri al cane della zia, prenota il primo aereo per Cesena, senza badare a spese e ahimè anche senza badare agli orari di andata ma, soprattutto, di ritorno a Roma.

Lunedì 6 Giugno. La sua Lokomotiv si giocava il "dentro o fuori" dalla competizione in un derby dalla tensione degna di un Lecce-Bari ai tempi di Semeraro e Matarrese. I suoi compagni sono decimati dalle assenze: Di Stadio aveva perso la vista, Zani dopo aver ingravidato casualmente una donna poco attraente scappa in Spagna cercando maggiori fortune, Cioffi decide di ritirarsi dal calcio per darsi al cinema. Ma mancava anche “Er Piadina”. Dov’è?! - Urlavano i suoi compagni!- Amore, amore! - Gridava la sua ragazza. Bau,bau - lo salutava il cane della zia. Già, perché Gioele era di ritorno verso il campo ma con un ritardo madornale. La partita deve cominciare, i compagni chiedono del tempo all’arbitro, quest’ultimo, napoletano vero, non lo permette salvo  poter intrattenere i presenti con il primo album di Gigi D’Alessio. Le furie rosse ci pensano, la ragazza di Gioele no.

Si Gioca. Uno due fulminante, la Lokomotiva è sotto di due goal dopo un quarto d’ora di gioco. Si legge la paura sui volti dei calciatori, la paura di non vedere Gioele in tempo per la partita. Ma qualcosa cambia repentinamente: Pompili regala una doppietta inaspettata che riequilibra la partita. Ebbene sì ragazzi, era arrivato Gioele. Era lì, in piedi sulla panchina, mani sui fianchi, mento alto e riccio al vento. Aveva carisma il ragazzo e la sua sola presenza, seppur in panchina, aveva dato forza alla squadra. Lo stesso Javier Zanetti dirà di lui: «se avessi avuto metà del suo carisma sarei diventato un campione». Non lo sarà mai ma questa è un’altra storia.
Er piadina entra in campo, corre, lancia, si inserisce, delizia e rincorre. La sua favola sembrava essere iniziata.

La partita finisce 5 a 3 per gli avversari, la Lokomotiv sfidava “Banda 2.0” squadra tanto ostica quanto irritante per atteggiamenti in campo che hanno comportato anche l’espulsione del capitano. La domanda è: come sarebbe andata a finire se Pracucci ci fosse stato dall’inizio? Lo chiederemo al cane della zia.
#LAFAVOLASICHIAMALOKOMOTIV


Nicola Cuna

lunedì 6 giugno 2016

Nel "Derby del Coris" contro Banda 2.0 la Lokomotiv può solo vincere!


Siamo finalmente giunti all'ultimo appuntamento della Lokomotiv Ruggierov in questa fase a gironi della Sapienza Cup 2016. Purtroppo questo potrebbe essere anche l'ultimo incontro delle furie rosse in quest'edizione del torneo. Come vi abbiamo raccontato nelle ultime settimane, infatti, il nostro cammino è stato parecchio difficoltoso e l'attuale sesto posto in classifica non ci garantisce la possibilità di passare il turno. L'unica speranza è quella di battere quest'oggi Banda 2.0, che ci precede in classifica, e pregare poi che nel prossimo turno (quando noi riposeremo) i nostri rivali perdano nuovamente. 

Pregare si... Ci resta poco altro da fare, ma prima c'è un'altra parola che deve restare fissa nella nostra testa: VINCERE. Perché solo vincendo questa sera, avremo un'altra possibilità di andare avanti. Nel decisivo "Derby del Coris" Mister Lanza si affida all'ormai collaudato quintetto formato da Gaoni, Boni (in dubbio fino all'ultimo per alcuni problemi alla caviglia), Giordano, Bea e capitan Pompili. Ancora assente Cioffi, così come Checco Zani, avvistato in quel di Barcellona, dove pare stia sostenendo un provino per il ruolo lasciato vacante da Dani Alves. Partiranno dalla panchina i soli Cuna, Longo e Pracucci.

L'appuntamento è alle ore 20 al Pro Roma o su Twitter, dove la nostra social media manager vi intratterrà con il suo irriverente live tweeting che potrete seguire con l'hashtag #LOKBAN.

Nino Lanza